24 de mar. de 2011

"Il disco si posò", Dino Buzzati

IL DISCO SI POSÒ

Dino Buzzati (San Pellegrino di Belluno 1906 – Milano 1972), cronista del Corriere della Sera dal 1928 fino alla fine dei suoi giorni, fu autore di racconti, opere letterarie, libretti teatrali, divagazioni diaristiche e corrispodente di guerra in Etiopia. Fu, da un certo punto di vista, un autore molto realistico che affrontava la gente con i temi della solitudine e dell'angoscia e, allo stesso tempo, uno dei pochi in Italia a promuovere i canoni della letteratura fantastica con suo sguardo fantastico e assurdo della realtà. Capolavoro: “Il deserto dei Tartari” (1940).

Era sera e la campagna già mezza addormentata, quand’ecco il disco volante si posò sul tetto della chiesa che sorge nel punto più alto del paese.
Lassù nella sua camera che dà sul tetto della chiesa, il parroco, don Pietro, stava leggendo, col suo sigaro in bocca. Quando sentì l’insolito rumore si alzò dalla poltrona e andò alla finestra. Vide allora quel coso straordinario, colore azzurro chiaro, diametro circa dieci metri.
Non gli venne paura, né gridò, neppure rimase sbalordito. Rimase là, col sigaro in bocca, ad osservare. E vide aprirsi uno sportello.
Ora sui connotati dei due strani esseri che uscirono dal disco, siccome don Pietro è un grande confusionario, di sicuro si sa solo questo: ch’erano smilzi e di statura piccola, un metro-un metro e dieci. Però si allungavano e accorciavano come fossero di elastico. Circa la forma, non si è capito molto: “Sembravano spiritelli, sembravano due insetti”. “E avevano due occhi come noi?” “Certo, uno per parte, però piccoli” E la bocca? E le braccia? E le gambe? Don Pietro non sapeva decidersi: “In certi momenti vedevo due gambette e un secondo dopo non le vedevo più... Insomma, che ne so io? Lasciatemi una buona volta in pace!”.
“Ehi!” gridò con la sua voce forte. “Giù di là, giovanotti. Chi siete?”
I due si voltarono a guardarlo e sembravano poco emozionati. Però scesero subito, avvicinandosi alla finestra del prete. Poi il più alto cominciò a parlare. Don Pietro – ce lo ha lui stesso confessato – rimase male: il marziano parlava una lingua sconosciuta. Ma era poi una vera? Dei suoni, erano, che ricordavano le trasmissioni Morse, tutti attaccati senza mai una pausa. Eppure il parroco capì subito tutto, come se fosse stato il suo dialetto. Trasmissione del pensiero?
Oppure una specie di lingua universale automaticamente comprensibile?
“Calmo, calmo” lo straniero disse “tra poco ce n’andiamo. Sai? Da molto tempo vi giriamo intorno, e vi osserviamo, ascoltiamo le vostre radio, abbiamo imparato quasi tutto. Tu parli, per esempio, e io capisco. Solo una cosa non abbiamo potuto comprendere. E proprio per questo siamo scesi. Che cosa sono queste antenne? E faceva segno alla croce. Ne avete dappertutto. Puoi dirmi, uomo, a cosa servono?”
ridotto e adattato dai “Sessanta racconti” di Dino Buzzati



LESSICO
coso – oggetto o persona di cui non si conosce o ricorda il nome
sbalordito – sorpreso
sigaro – cilindro formato da foglie di tabacco arrotolate, che si fuma
sportello – porta di accesso di automezzi ed altri veicoli
connotato – ogni elemento somatico-caratteristico che permette di identificare una persona
smilzo – esile, sottile
spiritello – piccolo essere soprannaturale
lasciare in pace – non disturbare
voltare – girare la testa
attacato – legato

DISCUSSIONE

  1. Molti raccontano delle storie i cui protagonisti sono degli “alieni”. Tu credi all’esistenza di un mondo “oltre” o, secondo te, siamo soli nell’universo?

2. E tu come immagini un extraterrestre (nell’aspetto e nel carattere)?

3. Come finirà, secondo te, la storia di Buzzati? (Accedi al link del brano originale e scopri come andrà a finire!)

attività tratta e adattata da Sapore d’Italia

Parliamo delle preposizioni!
La preposizione è quella parte invariabile del discorso che collega e mette in relazione tra loro gli elementi della frase (nomi, pronomi, verbi all’infinito, avverbi).

Es. I due si voltarono a guardarlo.

E proprio per la funzione di collegamento che svolgono, le preposizioni vengono dette funzionali, più precisamente, funzionali subordinanti. Infatti, le preposizioni da una parte espandono e completano il significato della parola da cui dipendono, dall’altra mettono la parola cui sono premesse nella condizione di essere subordinata.

Es. Il deserto dei Tartari.

La preposizione articolata dei completa il nome “deserto” e, nello stesso tempo, stabilisce un rapporto di subordinazione tra “deserto” e “Tartari”. Il gruppo di parole “dei Tartari”, costituito da una preposizione + un nome, viene detto sintagma (o gruppo) preposizionale dipendente dal gruppo “Il deserto”.

Classificazione:

Le preposizioni si dividono in base alla forma in tre gruppi:

- Preposizioni proprie: che possono svolgere solo la funzione di preposizione e vengono divise in semplici (di, a, da, in, con, su, per, tra(fra)) e articolate (del, degli, dei, delle, al, allo ecc.).

Es. Trasmissione del pensiero?

- Preposizioni improprie: sono parti del discorso che, per un processo di ricategorizzazione, vengono usate anche come preposizioni. Sono avverbi (davanti, dietro, dopo, fuori ecc.), aggettivi (lungo, secondo, salvo ecc.), participi presenti o passati (durante, mediante, verso, eccetto ecc.) e aggettivi (vicino, lontano ecc.).

Es. Starò fuori città per qualche giorno (= preposizione)

      Vai fuori! (= avverbio)

- Locuzioni prepositive: sono espressioni formate da due o più parole che costituiscono un tutto unico con valore di preposizioni (lontano da, fuori di, vicino a, insieme con ecc.)

Es. Paolo abita di fronte a Laura (= locuzione prepositiva)

      Paolo abita nella casa di fronte (= locuzione avverbiale)

adattato da “La grammatica della lingua italiana” (Marcello Sensini)


ESERCIZIO
Ti proponiamo un esercizio sulle preposizioni proprie, che, come abbiamo appena visto, sono le seguenti: di, a, da, in, con, su, per, tra o fra. Non dimenticare di quelle articolate!


Lo studioso che smaschera i fotomontaggi

In questi giorni Paolo Toselli, 37 anni, di Alessandria, sta indagando (1) _____ un caso che si è verificato (2) _____ sua città. Il 22 maggio scorso, un ragazzo ha avvistato un oggetto a forma (3) _____ disco. E lo ha fotografato. Toselli ha interrogato più volte il testimone, continua (4) _____ analizzare le foto al computer (5) _____ accertarsi che non si tratti (6) _____ fotomontaggi. Perché questo impiegato ha un’altra professione: quella di ufologo. “Il mio interesse risale a quando avevo 13 anni” dice Toselli. “Mi affascina l’idea che non siamo soli (7) _____ universo. Ma bisogna essere scientifici. È facile prendere abbagli. Io , che (8) _____ anni studio queste cose, non ho visto un solo Ufo. E prima (9) _____ credere a una testimonianza, faccio mille accertamenti”.

Risposte : (1) su / (2) nella / (3) di / (4) ad / (5) ad / (6) di / (7) all’ / (8) da / (9) di



2 comentários:

Livia disse...

Eccellente lezione, Rafael. Complimenti!

Partecipanti nella Ricerca disse...

Grazie, carissima !