28 de fev. de 2011

"Non ti fare, Fatti la tua vita"

     È lo slogan della campagna informativa istituzionale contro l'uso delle droghe promossa dal Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’anno 2011.
    Protagonisti degli spot sono i giovani ai quali si vuole trasmettere il messaggio che l’uso di droga, qualsiasi droga, reca a chi ne fa uso un danno irreparabile, che la droga distrugge i rapporti interpersonali, e che fare uso di droghe distrugge il mondo dei giovani e quello di chi gli sta vicino.
    La campagna cerca di rovesciare l'immagine della droga come scorciatoia per il piacere e la felicità, e di affermare che, oltre a essere distruttiva, porta anche a un forte peggioramento della qualità di vita, della stima di sé e della considerazione da parte degli altri. Proprio per questo lo spot televisivo, che è l'elemento di maggior visibilità della campagna, pone il protagonista di fronte all'alternativa tra una felicità illusoria e avvelenata e la realtà di una ragazza semplice e vera.

"Questa campagna - ha detto Carlo Giovanardi Sottosegretario di Stato alla Presidenza dei Consigli dei Ministri- ha come obiettivo quello di far capire come la droga si presenta", cioè come una bella donna, "e cosa sia in realtà: un mostro. Per la prima volta in Italia assistiamo a una diminuzione nell'uso di sostanze. Questo dimostra che iniziative come questa servono molto".



LESSICO


slogan – n.m. ingl. inv. frase pubblicitaria che accompagna il lancio di un prodotto o esprime un’idea
spot – n. m. ingl. inv. breve filmato pubblicitario.

recare – v. trans. causare
rapporto – n.m. legame che unisce due o più persone.
rovesciare – v. trans. voltare sottosopra, capovolgere; mettere all'esterno ciò che è interno
scorciatoia – n.f. strada meno importante, che è più breve della principale; mezzo per raggiugere più rapidamente uno scopo.



Nella frase dello spot “Non ti fare, fatti la tua vita” vediamo due regole dell’imperativo:


Primo caso: “Non ti fare
  • Il comando negativo – divieto o una proibizione – nell’imperativo si esprime nella 2° persona singolare (tu) con l’avverbio non seguito dall’infinito:
“Non parlare!”; “Non ti muovere!”.
  • Per le altre persone si usano le forme dell’imperativo e del congiutivo presente (congiuntivo esortativo) precedute sempre dall’avverbio non: “Non parli!”; “Non parliamo più”; “Non parlate!”; “Non vengano!”.

                            Secondo caso: “fatti la tua vita”
L’imperativo oltre ad esprimere un divieto, come abbiamo appena visto, permette di formulare anche un ordine, un comando, un suggerimento, un invito o una preghiera.

Come sappiamo, di norma, i pronomi di forma atona ( mi, ti, lo, gli, la, le, ci, vi, li, le, (loro)) si collocano prima del verbo e si dice che sono proclitici.

Tavolta, però, i pronomi di forma atona devono essere posti dopo il verbo: diventando allora enclitici e si uniscono al verbo formando un’unica parola. Ciò succede, ad esempio, quando questi pronomi sono complementi di un infinito “Ho bisogno di vederti”, di un gerundio “Non vedendoti arrivare, mi sono preoccupato” e di un imperativo “Datemi ancora un po’ di tempo”.

Infatti, quando è accompagnato da pronomi, l`imperativo si costruisce così:

  • Con "tu", "noi", "voi" il pronome si mette dopo il verbo e forma con esso una sola parola.


      Esempi: “Devi scrivere questa lettera, è urgente, scrivila subito!”

                       “Dobbiamo scrivere questa lettera, è urgente, scriviamola subito!”


  • Con le forme di cortesie (Lei-Loro), invence, il pronome si mette prima del verbo;

      Esempi: “Deve scrivere questa lettera, è urgente, la scriva subito!”

                      
                       “Mi diano una spiegazione!”


  • Con i verbi dare, fare, stare, dire, andare nella 2° persona (da`,fa`, sta`, di`, va`), seguiti dai pronomi o dalle particelle "ci" e "ne", raddoppia la consonante del pronome o dalle particelle.


      Esempi:  “Dimmi la verità!" Dimmela, per favore!”

                        “Fa`la spesa, falla subito!”

                        “Va`alla stazione, vacci appena puoi!”
  • P.S. “Quando arriva Mauro, dagli le chiavi dell`ufficio.”  Attenzione con il pronome "gli", la consonante non radoppia!

26 de fev. de 2011

Decameron na Casa Amarela - UFC


O "Cine Freud", projeto de extensão vinculado ao Laboratório de Psicanálise da UFC, retoma quarta-feira (2), às 14h, a exibição periódica de filmes, seguidos de debate com psicanalistas convidados.

O longa-metragem a ser exibido, na Casa Amarela Eusélio Oliveira (Av. da Universidade, 2591), será "Decameron", do diretor Pier Paolo Pasolini. Após o filme, a Profª Laéria Fontenele, coordenadora do Laboratório de Psicanálise da UFC, debaterá a produção.

As inscrições são gratuitas e podem ser feitas on-line no site do Cine Freud ou no próprio local da exibição do filme, somente no dia, a partir de 13h.

Será emitida declaração de participação e também haverá sorteio de livros. O "Cine Freud" é organizado pelos estudantes Raquel Adeodato, Henrique Riedel, Eduardo Taveira e Clarissa Esmeraldo, do curso de Psicologia, sob coordenação do Prof. Orlando Cruxên.

Fonte: Cine Freud - Laboratório de Psicanálise da UFC - (fone: 85 3366 7727)


Ultima frase do filme:
"Perchè creare un'opera d'arte, quando è piu' bello sognarla?"

24 de fev. de 2011

Curso de Extensão "Cultura Italiana através das regiões"

Brasões das Regiões

Não se aprende completamente uma língua estrangeira, se não se conhece a sua cultura !
Este Curso tem o objetivo de Formar culturalmente profissionais e cidadãos em geral interessados na Língua Italiana; Fazer os alunos perceberem o binômio língua/cultura; Destacar a importância da competência cultural na proficiência de uma língua estrangeira; Motivar os alunos a pesquisarem sobre cultura italiana; Fomentar discussões sobre interculturalidade e Mostrar as diferenças culturais regionais italianas.

Serão propostos Seminários em grupo, para que os alunos possam pesquisar e apresentar as regiões. Serão 13 aulas presenciais (19h) e mais 11 horas online. Nas 13 aulas presenciais, serão apresentados slides sobre as regiões, 2 por aula. E ao final, haverá um Quiz sobre a aula. Nas 11 horas online, todos os alunos deverão pesquisar nos sites sugeridos sobre as próximas aulas para garantir uma melhor interação durante os encontros presenciais.

Início: 04/03/2011    Término: 03/06/2011
Horário: Sextas 12.30h às 14h
Local: Depto Letras Estrangeiras
Inscrições: 1º dia de aula com o professor
Certificados: Seminário + Frequência (75% = 10 aulas)
Pré-requisito: Vontade de aprender !

21 de fev. de 2011

61º Festival della Canzone Italiana di Sanremo



Il Festival della Canzone Italiana di Sanremo, comunemente noto come Festival di Sanremo, è una manifestazione canora che ha luogo ogni anno a Sanremo.

Il Festival ha cadenza annuale, e si tiene durante la stagione invernale: attualmente si svolge al Teatro Ariston di Sanremo in un periodo che oscilla tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo. Originariamente la sede del Festival era il salone delle feste del Casinò di Sanremo, ed il periodo di svolgimento cadeva intorno alla fine di gennaio. Pur essendosi susseguite continue modifiche alla formula del concorso, resta essenzialmente una gara canora nella quale diversi interpreti propongono canzoni originali da presentare in prima assoluta, quindi mai eseguite pubblicamente in precedenza, pena la squalifica: canzoni composte da autori italiani, e votate da giurie scelte o mediante il voto popolare.



A ormai sessantuno anni di storia, per il festival sono passati la maggior parte dei nomi celebri della canzone italiana, tra cui Laura Pausini, Vasco Rossi e Giorgia. Nella metà degli anni cinquanta fu fonte d'ispirazione per la creazione dell'Eurofestival.

Essendo la manifestazione di musica leggera più famosa in Italia, con un certo riscontro anche all'estero (è trasmesso anche in Eurovisione), il Festival è diventato uno dei principali eventi mediatici della televisione italiana e non manca di sollevare dibattiti e polemiche ad ogni sua edizione.
testo tratto da wikipedia.it


Quest’anno il Festival è stato condotto da Gianni Morandi (in centro) insieme all’argentina Belen Rodriguez (a sinistra), a Elisabetta Canalis (a destra) e ai comici Luca e Paolo.
 


 Il vincitore di Sanremo quest’anno è stato Roberto Vecchioni e, nella categoria giovani, Raphael Gualazzi. Ascolta le loro canzoni!

L'ultima sua partecipazione risale a 37 anni fa. Il "professore" è un altro dei colpacci di Morandi, che evidentemente ha chiamato a raccolta alcuni dei suoi grandi amici. Con la sua canzone “Chiamami ancora amore” ha vinto il 61esimo Festival di Sanremo con il 48% dei voti.




Raphael Gualazzi è il vincitore di Sanremo Giovani 2011 con il brano “Follia d’amore” scritto prodotto e arrangiato dallo stesso Gualazzi e contenuto nel suo nuovo album "Reality and Fantasy" pubblicato il 16 Febbraio 2011. A lui assegnati anche i premi della critica e della sala stampa radio e tv.

16 de fev. de 2011

Curso de Extensão - Compreensão Auditiva em Língua Italiana A1-A2

Este curso é voltado a estudantes de língua italiana que estão no início de seu percurso.
É aberto a toda a comunidade e gratuito.
O objetivo é possibilitar ao aluno um maior tempo de exposição à língua falada.
O material impresso será disponibilizado na Cópia da Moana para já ser levado no 1º dia de aula.
Será toda quarta-feira de 13h às 14h.
Terá início 02 de Março e término, 22 de Junho.
Inscrições: Com o professor Paulo Alves na sala no 1ºdia.
Local: Centro de Humanidades - UFC, sala a definir.

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13 de fev. de 2011

La lingua italiana

IERI...
ORIGINE DELLA LINGUA ITALIANA
Al tempo dell’antico Impero, a Roma e nei territori da essa conquistati si parlava il latino. A questa lingua ufficiale si mescolarono via via numerosi vocaboli appartenenti alla lingua delle popolazioni che vivevano nelle diverse regioni e di quelle che in seguito le invasero. Dopo la caduta dell’Impero romano, il latino rimase la lingua delle persone colte, mentre il popolo (volgo) usava il volgare locale (cioè un latino misto a parole ed espressioni straniere). All’epoca dei Comuni si cominciò ad usare il volgare locale, invece del latino, anche nelle opere scritte.
Nel 1300 alcuni scrittori toscani, tra cui Dante, scrissero le loro opere nel volgare parlato a Firenze. Questi capolavori si diffusero in tutta l’Italia, suscitando in altri scrittori il desiderio di usare il fiorentino. Così, un po’ alla volta, il volgare parlato a Firenze fu conosciuto e usato in tutte le regioni italiane; divenne cioè la lingua nazionale*.
Adattato da un libro delle elementari


*La lingua italiana viene chiamata anche ‘la lingua di Dante’ e ‘la ligua del dolce sì’.

E OGGI...

L’UNITÀ LINGUISTICA È MERITO DELLA TELEVISIONE

A Unità avvenuta (1861), l’italiano restava comunque una lingua letteraria che soltanto il 2,5% della popolazione era in grado di parlare e comprendere. Non solo, 8 italiani su 10 erano analfabeti e la scuola (elementare) divenne obbligatoria solo nel 1877. “La vera unificazione linguistica l’hanno fatta la scuola, ma soprattutto la televisione” conferma Tulio De Mauro, uno dei maggiori linguisti italiani.
Le parole più usate? Fare, sentire, dire, problema, lavorare, mangiare.



 La prima versione degli spot della Rai sui 150 anni dell'Unità d'Italia al centro di numerose polemiche. Per saperne di più.

L’INGLESE È UNA BRUTTA MALATTIA

L’inglese è la lingua universale della civiltà tecnologica. Resistere è sempre più difficile. Ci sono parole inglesi che i linguistici chiamano prestiti necessari (come per esempio rock).E molti sono i prestiti di necessità, ovvero non traducibili con lemmi già esistenti: kit, jeans, film, killer, partner, okay, puzzle, scout, spray, west, punk, rock; lessico finanziario come budget, marketing, meeting, business; informatico come click, cliccare, computer, formattare, hardware, software, mouse, blog (da web-log); sportivi come goal, corner, cross, assist, baseball, basket.
Poi ci sono termini “in sovrappiù” che indicano oggetti e concetti per cui già esistono termini italiani: sono i cosiddetti prestiti di lusso (come per esempio “drink”, “weekend”, “privacy”, “ok”, ecc.). Da quest’ultima mania è meglio tenersi alla larga!


I DIALETTI NON STANNO SCOMPARENDO

E ADESSO DECADE ANCHE LA GRAMMATICA

Era inevitabile: diventata una lingua viva, anche l’italiano ha cominciato a modificarsi. Il passato remoto è praticamente scomparso e la stessa sorte toccherà al congiuntivo. La vera novità è che si nota la tendenza alla paratassi non solo nella lingua parlata, da sempre più “sciolta”, ma anche dell’italiano scritto. Che sia l’effetto della prosa dei giornali?
I dati dell’ultima ricerca ISTAT (2006) smentiscono la credenza diffusa che i dialetti si stiano estinguendo, poiché è ancora significativo l’uso misto di italiano e dialetto nei tre contesti relazionali considerati: in famiglia si parla sia l’italiano sia il dialetto il 32,5% delle persone di 6 anni e più, con gli amici il 32,8% e con gli estranei il 19%. Inoltre è aumentato l’uso misto di italiano e dialetto(dal 24,9% del 1988 al 32,5% del 2006).
QUELLI CHE PARLANO IN GERGO
Il destino del linguaggio giovanile (la generazione 20 parole) non ha vie di mezzo nell’italiano comune. Così si nota la tendenza alla diffusione nell’italiano contemporaneo di suffissi in – oso (parloso) o in –aro (casinaro) anch’essi prediletti dai più giovani. Parole come ‘scialla’, ‘truzzo’, ‘emo’, ‘bella’ fanno parte del nuovo gergo degli under 18, fatto da termini irreverenti, creativi e che cambiano di continuo.

Guarda questo servizio del Tg1 che parla di questo fenomeno: http://www.youtube.com/watch?v=aA9_a5f0fo4&feature=related

CAPITOLO PAROLACCE
Le maleparole (questa è una conclusione del citato Tullio De Mauro) sono le stesse dappertutto. “Leader” fra le maleparole è ovviamente “cazzo” in espressioni esclamative o interrogative: “Non hai fatto un “cazzo”!” “Ma che cazzo vuoi?”. L’uso proprio di tale parola è viceversa molto raro. Un’ultima curiosità! Il massimo della volgarità non è stato registrato nelle conversazioni faccia a faccia, ma al telefono!!!
Adattato da Focus e tratto da Sapore d’Italia
LESSICO
mescolare – unire due o più componenti diversi in modo da formare un nuovo insieme
invadere – occupare con violenza un territorio, dilagare
colto – istruito
suscitare – provocare
sfiorare – toccare in superficie
tenersi alla larga – stare lontano
paratassi (la) – coordinazione di due frasi principali (si contrappone all’ipotassi)
smentire – negare, ritrattare
prevalere – dominare, essere superiore, primeggiare
nettamente – in modo più preciso e chiaro, esplicito
suffisso – elemento linguistico che posposto alla radice concorre alla formazione di una parola (es. oso)

PER LA DISCUSSIONE

1. Che ne pensi del linguaggio dei giovani? E della mania dei neologismi?
2. Pensi che le brutte parole siano solo volgari o necessarie per esprimere sentimenti particolari?

ESERCIZIO LESSICALE
Potresti tradurre in italiano le espressioni sottoindicate specificando da quale lingua derivano? Rispondi nello spazio ‘Commenti’.
1. leader
2. drink
3. los dineros
4. out
5. pullover
6. alibi
7. in
8. mania
9. boutique
10. o.k.
11. chic
12. sui generis
13. star
14. gratis
15. réclame
16. party
17. chèque
18. bouquet
19. terapia
20. tema
21. dossier


5 de fev. de 2011

Ma come guidano gli italiani?

Gli italiani guidano come pazzi
di Elisa Torretta

Vedi altri video di Bruno Bozzetto sul suo sito!!

Il realizzatore è un disegnatore italiano, Bruno Bozzetto. Il filmato ridicolizza le nostre peggiori abitudini e la nostra leggendaria disorganizzazione. Il primo minuto è dedicato allo stile di guida nel Belpaese: italiani e europei in un’autostrada, italiani e europei in un parcheggio, italiani e europei davanti a un attraversamento stradale. Come si può vedere dalle immagini, il comportamento tipico degli europei è disciplinato e regolare, quello degli italiani appare disordinato e incivile.Ecco un breve manuale per un turista straniero che abbia il coraggio di mettersi al volante nel traffico della penisola.

È una questione di punti di vista: forse, agli occhi di uno straniero, le nostre strade sono come un girone infernale, dove ogni giorno si esce salvi per miracolo. Per noi, il comportamento degli altri europei è monotono e privo di immaginazione, il nostro è semplicemente creativo.

Chi crede che in Italia non rispettiamo le regole del codice stradale, commette un grande errore. Rispettiamo le regole, ma si tratta di regole diverse dagli altri paesi.


1) La regola generale è che è permesso tutto quello che non uccide. Per esempio, posso fare un’inversione a U dove è vietato, se in quel momento non circolano altre macchine. Posso passare al semaforo rosso di un attraversamento pedonale, se in quel momento non ci sono persone. Posso parcheggiare sul marciapiede, se non mi vede nessuno. Per noi non si tratta di infrazioni alle regole ufficiali, ma dimostrazioni di buon senso. È meglio liberare la strada e fare scorrere il traffico, piuttosto che bloccare la circolazione con inutili manovre.

parcheggio in doppia fila


2) Molti italiani confondono l’autostrada con la pista di Formula uno di Monza. Non solo agli italiani piace la velocità, ma in genere non tollerano chi guida lentamente. Se siete in autostrada e all’improvviso arriva dietro di voi un razzo a 200 km all’ora che lampeggia i fari, vuole dire che è meglio mettersi da una parte e farlo passare.

3) Se vedete delle persone guidare con la testa piegata contro una spalla, non pensate che hanno il collo bloccato dall’artrite. Ovviamente stanno parlando al telefonino. I più simpatici sono i vespisti, che infilano il telefono fra l’orecchio e il casco.

4) Quando il semaforo diventa verde, avete al massimo 1 secondo e mezzo per ripartire. Superato questo tempo, le macchine dietro cominciano a clacsonare, investendovi di insulti.
5) Se dovete attraversare la strada, non aspettatevi che le automobili si fermino alle strisce pedonali. Questa probabilità è molto rara. Il sistema migliore è inscenare un breve balletto: fare un piccolo passo avanti, guardare verso il parabrezza della macchina che sta arrivando per cercare lo sguardo del conducente, fare un passo indietro, poi di nuovo avanti e passare solo se si è sicuri al 100% che la macchina si fermerà. Alla fine, ringraziare il conducente perché non vi ha investito.

6) I sovrani della strada non sono le automobili, ma le due ruote. Per evitare incidenti gravi, l’automobilista deve sempre ricordare l’esistenza di una grande quantità di vespe, scooter e motorini, che filano in tutte le direzioni per le nostre strade. Non si compra una vespa perché fa vintage, ma perché permette di scivolare nel traffico e accorciare le distanze. Il motociclista è spesso spericolato, perché ha comparato questo mezzo espressamente per non restare imbrigliato nella traffico, come le vetture. A volte, quindi, si sente autorizzato a commettere le infrazioni più fantasiose. In questo caso, bisogna essere pronti a tutto.


Per capire meglio il rapporto fra gli italiani e la guida, consiglio di vedere un altro filmato, un episodio del film “I mostri”, diretto da Dino Risi nel 1963, dove un formidabile Vittorio Gassman dà una dimostrazione pratica di questo intenso rapporto :





Per saperne di più :

Aforismi di Dino Risi (direttore del film ‘‘I mostri’’):

I critici vorrebbero che noi facessimo i film che loro farebbero se fossero capaci di farli.

Siamo diventati tutti antifascisti quando abbiamo cominciato a perdere la guerra.

Avete notato che l’autrice del testo si riferisce all’Italia anche con l’utilizzo di altri nomi: il Belpaese (r.5), penisola (r.19).  L’Italia è anche conosciuta come Lo Stivale. Lo sapevate?

LESSICO

guidare : manovrare e condurre veicoli ; pilotare.
parcheggio : luogo destinato alla sosta delle auto.
uccidere : togliere la vita a qualcuno, assassinare.
marciapiede : parte della strada riservata ai pedoni.
scorrere : defluire
razzo : dispositivo a propulsione, missile.
piegare: incurvare.
strisce pedonali : parte della strada adibita all’attraversamento dei pedoni e caratterizzata da strisce bianche e nere.
investire : andare addosso a qualcuno o a qualcosa con un veicolo ; urtare.
filare : procedere ad alta velocità.
spericolato : che non ha coscienza del pericolo.
imbrigliare : tenere a freno qualcosa o qualcuno.
mascalzone : persona che compie azioni disoneste ed è priva di scrupoli ; canaglia.
turpe : vergognoso, che va contro la morale ; basso, infame, sporco, vile.


PER LA DISCUSSIONE

Molto spesso, parlando degli italiani, oltre al modo come guidano, si parla anche della loro buona cucina, del “dolce far niente”, della loro burocrazia, ma anche che sono degli amanti perfetti. Sono solo luoghi comuni?! Cosa si dice per il vostro paese? C’è del vero?

La differenza tra un’aggettivo possessivo e un pronome possessivo:


 "Il filmato ridicolizza le nostre peggiori abitudini e la nostra leggendaria disorganizzazione. "                           

"Per noi, il comportamento degli altri europei è monotono e privo di immaginazione, il nostro è semplicemente creativo. "                                                                                                             

I pronomi possessivi corrispondono esattamente agli aggettivi possessivi ma diversamente da questi sono usati da soli. Infatti, i possessivi mio, tuo, suo ecc. funzionano come aggettivi quando accompagnano il nome cui si riferiscono e, invece, funzionano come pronomi quando sostituiscono il nome e indicano il possessore di ciò di cui si parla :
                                                                                                                                       
Il mio libro è sul tavolo, vicino al tuo. 
Come risulta dagli esempi, i possessivi, quando funzionano come pronomi, sono sempre preceduti dall’articolo determinativo (o dalla preposizione articolata) :
Tuo fratello assomiglia al mio. 
Oltre ai pronomi possessivi già noti (il mio, il tuo, il suo, il nostro, il vostro, il loro ecc.), sono pronomi possessivi anche il proprio (la propria, i propri, le proprie) e l’altrui (la altrui, gli altrui, le altrui).
Nelle frasi che seguono distinguete gli aggettivi possessivi dai pronomi possessivi. Mettete poi le risposte nello spazio ‘‘Commenti’’.
1. I miei amici sono molto allegri mentre i tuoi sono noiosi.

2. La tua è completamente rovinata, mentre la mia bicicletta è nuovissima.

3. Bisognerebbe pensare ai propri difetti e non a quelli altrui.

4. Mi presti la tua macchina perché la mia è dal meccanico.

5. I nostri ombrelli sono identici : qual è il mio e quale è tuo?