20 de mai. de 2011

Michelangelo Buonarrotti (1475-1564) e la Cappella Sistina

Attività 4/6
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Prof.Dr. Rafael Ferreira da Silva – DLE / UFC – Gruppo di Ricerca DIGIT@LE (CNPq)

Michelangelo Buonarrotti


Nel 1508 Michelangelo fu incaricato dal Papa Giulio II di affrescare i ben mille metri quadri della volta della Cappella Sistina. La gigantesca opera, ispirata alle storie della Genesi, venne suddivisa in vari riquadri architettonici che si snodano lungo la volta ed incorniciano le potenti scene bibliche e le grandiose figure dei Profeti e delle Sibille.
L'artista completò il lavoro dopo quattro anni di durissimo impegno. Durante questo periodo, poiché era costretto a stare sempre a testa in su, finì per "aver guasta" la vista (come dice lo storico Vasari ) cosicché si racconta che potesse leggere solo tenendo il foglio in alto sul capo, come se dovesse guardare il soffitto.


Passarano alcuni anni fin quando Michelangelo prese dal Papa Clemente VII un nuovo titanico incarico: l'affresco della parete centrale della Cappella Sistina. Dal 1536 al 1541 lavorò, perciò, alla famosissima pittura che rappresenta il  Giudizio Universale.
All'epoca Michelangelo era considerato un maestro, tanto da diventare addirittura il protagonista di un'autentica rivoluzione nell'arte e di essere accusato di immoralità ed eresia.                  
I famosi "braghettoni aggiunti per decenza, fanno pensare che furono soprattutto i nudi a scandalizzare. Ma per Michelangelo il nudo era la sola possilità di esprimere il segno della potenza divina nella creazione dell'uomo a sua immagine e somiglianza. Solo in questo modo si può comprendere come mai la tragedia del dies irae risulti una delle creazioni artistiche più sofferte e drammatiche della storia dell'umanità. Angeli, diavoli si contendono le anime e al centro della scena c'è Cristo che alza la mano per stabilire il destino degli uomini, giunti al termine del loro "viaggio terreno", ed anche la Madonna che sembra ritrarsi impaurita di fronte all'energia esplosiva di suo figlio.
Un'altra rivoluzione di cui l'artista si fece protagonista fu determinata dalla scelta del colore del cielo. Per il cielo della fine del mondo Michelangelo non scelse, infatti, il tradizionale color oro, ma l'azzurro. Il perché è molto facile da comprendere: l'artista non vuole raccontare ciò che avviene dopo la fine del mondo. Il suo "giudizio" rappresenta la fase finale della storia dell'uomo e l'azzurro è il colore del mistero, il mistero su cui si interroga l'uomo che appartiene ancora alla storia.
Michelangelo considerava talmente importante questo colore per la sua pittura da spendere somme immense per avere il supremo lapislazzuro possibile. 
Recentemente tutta la Cappella Sistina è stata restaurata. Dopo anni di studi sulla composizione pittorica dell'affresco, al posto dei mitici grigi e marroni michelangioleschi, risaltano oggi i rossi intensi ed i verdi brillanti. Inoltre, molti dei personaggi hanno recuperato il loro aspetto originario, poiché i restauratori hanno eliminato alcuni dei "braghettoni" che indossavano per decenza, cosicchè oggi ne ammiriamo il corpo perfetto.
Proprio per questi cambiamenti il restauro non ha mancato di trovare oppositori nel mondo dell'arte. Al di là di tali dispute artistiche tuttavia resta una certezza: la Cappella Sistina è uno dei più grandi capolavori dell'umanità.
                                                                                                                  Adattato da Panorama

LESSICO


incaricare - dare un compito a qualcuno
volta - soffitto, copertura curva
snodarsi - articolarsi, svolgersi, stendersi
incorniciare - mettere in cornice
aver guasta la vista - rovinare la vista, non vederci più tanto bene
braghettone - mutandone
decenza - pudore, ritegno, sentimento di riservatezza che si prova verso ciò che appartiene alla sfera sessuale
dies irae - è un espressione latina usata ancora oggi per parlare del giorno del "giudizio finale", del giorno dell'ira di Dio
contendersi - cercare di togliere qualcosa a qualcuno
ritrarsi - indietreggiare, tirarsi dietro
lapislazzulo - materiale di colore blu intenso
recuperare - ritrovare
al di là - l'ultraterreno, ciò che è oltre il mondo
disputa – discussione
Vedete il video GIUDIZIO UNIVERSALE:

 
 
PER LA COMPRENSIONE

Completa la sintesi con le parole più adatte:

Michelangelo affrescò sia la (1)_______________________ che la parete centrale della (2)______________________ Sistina. L'artista completò l' (3)_______________________ dopo molti anni di (4)_____________________ . Ma fu accusato di (5)________________, poiché dipinse corpi nudi. Allora i puritani del tempo ricoprirono le immagini con (6) __________________ . Oggi fortunatamente, dopo il (7) _____________________, possiamo di nuovo (8) ____________________ il corpo perfetto delle figure del (9) __________________ universale. Inoltre i retauratori hanno ripulito le immagini dallo (10) __________________ di polvere e fumo che ricopriva l'affresco e così oggi ci (11) __________________ più luminose e intensamente colorate.
 
PRODUZIONE SCRITTA (MASSIMO 5 RIGHE)

1. Cosa credi significhi la famosa scena che mostra le due dita, quello umano e quello di Dio, che si sfiorano e quasi si toccano?

2. Che pensi della censura sui nudi?

3. Ci sono capolavori nella storia dell'arte che ti piacciono particolarmente? Quale credi sia il mistero del successo dei capolavori del passato?
 
ESERCIZIO LESSICALE

Cosa fanno queste persone? Qual è il verbo principale delle loro professioni ?

pittore
restauratore
scultore
custode
giudice
rivoluzionario


Attività tratta dal libro Sapore d’Italia

Socrate e il paraurti - Luciano De Crescenzo

Attività 5/6
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Luciano De Crescenzo

“Come si fa a non innamorarsi di Socrate: era buono d'animo, tenace, intelligente, ironico, tollerante e, nel medesimo tempo, inflessibile.
Di tanto in tanto sulla Terra nascono uomini di questa levatura, uomini senza i quali noi tutti saremmo un po' diversi: penso a Gesù, a Gandhi, a Buddha, a Lao Tse e a San Francesco. C'è qualcosa però che distingue Socrate da tutti gli altri ed è la sua normalità di uomo. Infatti, mentre per i grandi che ho appena nominato c'è sempre il sospetto che un pizzico di esaltazione abbia contribuito a tanta eccezionalità, per Socrate non esistono dubbi: il filosofo ateniese era una persona estremamente semplice, un uomo che non lanciava programmi di redenzione e che non pretendeva di trascinarsi dietro torme di seguaci. Tanto per dirne una, aveva anche l'abitudine, del tutto inconsueta nel giro dei profeti, di frequentare i banchetti, di bere e, se ne capitava l'occasione, di fare l'amore con un'etera.” Luciano De Crescenzo.


SOCRATE E IL PARAURTI

Socrate: Caro Fedro! Dova vai e da dove vieni?


Fedro: Ero con Lisia, il figlio di Cefalo, o Socrate: ora me ne vado fuori delle mura perché, dovendomi comprare un'automobile usata, desidero visitare un mercato di auto d'occasione che, mi si dice, è stato da poco aperto sulla strada di Eleusi.

Socrate: Dal momento che hai deciso di farti la macchina, perché non aspetti  di avere più soldi per poterne comprare una nuova?

Fedro: Non essendo ancora pratico della guida, preferisco imparare su un'auto usata. Tu piuttosto, o Socrate, perché fino a oggi, pur avendone i mezzi, non ti sei comprato una macchina?

Socrate: Per farne cosa?

Fedro: Per andare dove più ti fa piacere.

Socrate: E dove dovrei andare?


Agorà di Tiro

Fedro: Ma, non so... all'agorà, per esempio, dal momento che abiti nel demo Alopece, e che ogni mattina sei costretto a camminare per più di mezz'ora...

Socrate: E tu pensi che a me dispiaccia tutto questo camminare?

Fedro: Così credo, o Socrate.

Socrate: Invece, caro Fedro, io amo talmente il passeggiare che, se fossi molto ricco e avessi un'auto, per non licenziare il mio autista, gli darei la macchina e mi farei seguire da lui, passo dopo passo. E poi non credi che, andando in auto, perderei ogni possibilità d'incontrare gli amici, di fermarmi e di parlare con loro?

Fedro: Forse quanto tu dici è giusto per le brevi distanze, ma non per le lunghe. Come potresti, senza automobile, raggiungere in poco tempo luoghi lontani e belli da vedere?

Socrate: Senofane, a quanto dicono, per sessantasette anni ha girato il mondo in lungo e in largo, e che io sappia non ha mai posseduto nemmeno una misera 500. Ma ammettendo, soltanto per amore del conversare, che sia indispensabile disporre di un'auto per visitare il mondo, mi puoi suggerire, per cortesia, un motivo valido per visitarlo?
Fiat 500

Fedro: O bella! Ma per guadarsi intorno, per godere la natura. Hai mai visto tu le montagne che circondano Pilo? Gli abissi del Citerone? Gli ulivi che rallegrano le campagne della dolce Tessaglia? Vuoi forse morire senza conoscere tutte queste gioie?

Pianura di Tessaglia



Socrate: Sii buono con me, Fedro: io sono appassionato dell'imparare. Cosa vuoi che possano insegnarmi  gli alberi e le campagne, se ho ancora da imparare dagli uomini. E di uomini, penso che in Atene ce ne siano già in numero sufficiente da non essere costretto ad andare in giro per trovarne dagli altri. Infine io credo che tutto quello che ha inventato questo nuovo Dio che tu chiami Progresso sia solo una serie di "prolunghe". L'automobile è una prolunga delle gambe, il telefono una prolunga dell'orecchio, il televisore dell'occhio e il computer del cervello; ma nessuna di queste novità, che io sappia, è mai riuscita a cambiare l'Uomo nel suo profondo. Passano gli anni infatti e, malgrado le nuove prolunghe che si trovano sul mercato, gli uomini continuano a comportarsi come sempre.
Atene

                              ridotto e adattato da "I Dialoghi" di L. De Crescenzo
  
LESSICO
(il) paraurti - un dispositivo di metallo o plastica applicato sulla parte anteriore o posteriore di un autoveicolo per proteggere la carrozzeria in caso di urti.
licenziare - porre fine da parte del datore di lavoro ad un contratto con un lavoratore

raggiungere - arrivare in un posto
ammettere - supporre
suggerire - consigliare
godere - provare gioia e soddisfazione, gustare

timore - proccupazione, paura

percorrere - coprire una distanza, compiere un tragitto

prolunga - elemento utilizzato per allungare qualcosa (un attrezzo, una macchina)

Leggi quest’intervista a Luciano De Crescenzo sul libro "I Dialoghi".

Aforismo Luciano De Crescenzo:

• Oggi il settanta per cento dell'umanità muore di fame... e il restante trenta per cento fa la dieta. (Luciano De Crescenzo)

• Nel Fedro di Platone, Socrate diceva che la scrittura era una minaccia per la cultura perché a un libro non si possono fare domande. A Socrate mancava Internet. (Luciano De Crescenzo)

• Accomunanza: Vivere insieme non avendo nulla in comune come i napoletani e i milanesi, due popoli diversi uniti dalla stessa televisione. (Luciano De Crescenzo)

• La vita potrebbe essere divisa in tre fasi: Rivoluzione, Riflessione e Televisione. Si comincia con il voler cambiare il mondo e si finisce col cambiare i canali. (Luciano De Crescenzo)
Ti è piaciuto? Allora clicca qui per leggerne altri!!
Guarda un video in cui Luciano De Crescenzo parla di una delle teorie di Socrate!


Anche in questo video trovi più informazioni sul Dialogo Socratico:




DISCUSSIONE

1. Perché, secondo te, L. De Crescenzo, l’autore del brano letto, prende come protagonista del suo racconto un filosofo del passato per discutere di progresso?


2. La macchina inquina, non fa incontrare le persone, crea problemi di ogni tipo e genere; eppure continuiamo a comprarla, ma è proprio tanto necessaria? Ne potremmo fare a meno, come dice il nostro Socrate?

3. Ritieni l’automobile un simbolo di progresso o un male metropolitano purtroppo necessario?

ESERCIZIO LESSICALE
Completa con la preposizione adatta.
1. ___________ dove vieni? ___________ che parte vai?

2. Voglio visitare un mercato ___________ auto ___________ occasione.

3. Non sono pratico ___________ guida.

4. Ogni mattina sono costretto ___________ camminare per più ___________ mezz'ora per andare ___________ ufficio.

5. Con la macchina puoi raggiugere ___________ breve tempo dei posti bellissimi ___________ vedere.

6. Sono appassionato ___________ musica e macchine.

7. Ad Atene le persone sono tante ___________ non poterle conoscere tutte.

8. Gli automobilisti non sono sensibili ___________ bellezze naturali.

9. Sto ___________ acquistare un'auto e voglio il tuo consiglio.

10. Veramente pensi che l'auto non sia utile ___________ nulla?
Attività tratta e adattata dal libro Sapore d’Italia

19 de mai. de 2011

Valentino Rossi ci parlerà del futuro


Attività 6/6
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ROSSI: "DEVO ANCORA STRINGERE I DENTI"

"Il Qatar, con le sue tante "entrate" e frenate sulla destra, era una pista impegnativa per la mia spalla. Vedremo se invece Jerez, sotto questo punto di vista, potrà essere un po' più facile, anche se credo bisognerà stringere i denti ancora per un po'".

«In questi giorni ho continuato ad allenarmi in palestra per cercare di aumentare forza e soprattutto resistenza ma sarà dopo la Spagna, con la cancellazione del Gran Premio del Giappone, che avrò quasi un mese per recuperare decisamente»,

«Dal punto di vista tecnico, Jerez pare non essere la pista più favorevole per la Ducati ma vedremo, a me è sempre piaciuta molto e dobbiamo sicuramente provare a far meglio che in Qatar. Per il momento continueremo a lavorare sul set up, utilizzando tutto quello che abbiamo capito durante la prima gara, per la quale avevamo comunque trovato delle buone soluzioni», conclude il "Dottore".


 

Vedete una intervista al pilota: 



 

 

TU E L’ARGOMENTO (ESPRIMI LA TUA OPINIONE IN 5 RIGHE)


1. Dobbiamo allenarci per raggiungere i nostri obiettivi. Che ne pensi e come lo fai?


2. Ti piacciono gli sport di velocità ? Cosa ne pensi ?



QUIZ CULTURALE


Qual è il nome di Rossi ?


a) Agostino b) Valentino c) Giacomino d) Gioacchino



FUTURO SEMPLICE

Questo tempo verbale indica un fatto che deve ancora verificarsi o giungere a compimento:

* Rossi arriverà domani a Jerez.

* Il pilota della Ducati lavorerà per un migliore sviluppo della moto.

Il fututo semplice può assumere valori di imperativo:

* Farete esattamente come vi ho detto e tutto sarà un sucesso alla stagione.

* Memorizzerai il circuito per vincere.

FUTURO ANTERIORE

Formato dal futuro semplice di un ausiliare (essere o avere) e dal participio passato del verbo, indica un evento futuro, anteriore a un altro pure del futuro; è quindi una sorta di “passato nel futuro”: 



* Quando Valentino avrà finito gli esercizi, sarà più resistente.
* Le gare potranno essere più facili dopo che i piloti avranno vinto gli altri circuiti.

Sia il futuro semplice sia il futuro anteriore posso indicare un dubbio, una supposizione o una deduzione del parlante:

* A occhio e croce questa gara sarà difficile a causa della pioggia.
* Quando è iniziata la gara saranno state le nove, ma non ho guardato l’orologio.

In questo caso il futuro ha valore modale, non temporale, come si evince dal fatto che i verbi degli esempi riportati non esprimono posteriorità.

ESERCIZI

Coniugate i verbi al futuro semplice o anteriore.

1. (Io - Essere) molto contento se Valentino (vincere) il campionato di quest’anno.

2. Non (Noi - dimenticare) nemmeno i dettagli della gara se (noi – fare) attenzione .

3. La scuderia Ducati (ritornare) con Rossi all’Italia.

4. In questa stagione i piloti della Ducati (fare) esercizi di resistenza.

5. Rossi (parlare) con il direttore della scuderia dopo che (riflettere) sulla decisione.

6. Dopo che Rossi (fare) tutti gli esercizi di resistenza (prepararsi).


15 de mai. de 2011

Elenchi della felicità

Un’iniziativa del quotidiano La Repubblica su intenet ha raccolto i principali mottivi per cui vale la pena vivere. Sono gli elenchi della felicità, di donne e uomini, di ogni generazione, di ogni parte d'Italia che giunti in pochi giorni a Repubblica.it fanno vedere ancora l’importanza dell’amore della gente per la famiglia e per le cose semplici della vita. Ma prima ancora  dei più di seimila elenchi inviati al quotidiano c’è stato quello di Roberto Saviano, autore del libro “Gomorra” pubblicato nel 2006, che ha dato via a quest’iniziativa. Infatti è cominciata proprio da lui quest’idea/proposta, dal suo elenco di felicità.

È stato chiesto allo scrittore di scegliere tra tutti gli elenchi arrivati a Repubblica.it i cinque ritenuti da lui più significativi. Ed ecco cosa scrive Saviano su questa difficile impresa:

Ci sono molte cose che ritornano in queste liste, sempre le stesse, sempre essenziali.
L'amore, fare l'amore - ma farlo con la persona che si ama. Lo dicono le donne, però anche moltissimi uomini. Lo dicono di qualcuno che spesso è la moglie, il marito, il compagno o la compagna di una vita. O l'amore di un momento, il sogno d'un amore, il desiderio di amare. L'amore per i figli, da quelli non ancora nati e rappresentano la speranza del futuro a quelli già diventati adulti, che magari per lavoro sono lontani. L'amore di quelli che non ce l'hanno ancora, per cui una ragione di vivere diventa l'attesa del giorno in cui lo troveranno. L'amore per i genitori, anche malati, anche quando non ci sono più, ma continuano a vivere nel ricordo dei propri cari. Per i fratelli con cui si cerca di restare sempre in contatto.
C'è un senso fortissimo della famiglia in questi elenchi, ma il sentimento dei legami va oltre la cerchia del sangue.
Spesso si elencano gli amici, quelli veri, quelli con cui si è legati, annodati per sempre. O i gesti che ci mettono in comunicazione con gli altri: da un sorriso per strada ricambiato al trovarsi insieme per manifestare. C'è il piacere di ridere, a crepapelle, sino alle lacrime: risate terapeutiche capaci di contagiare e curare chi è triste. E il bisogno di piangere che spesso diviene un diritto conquistato con la consapevolezza di voler essere se stessi, sempre. Ci sono i viaggi, il mare, i paesaggi dei ritorni a casa, i cieli stellati, il profilo dei monti. E poi i sapori: la cioccolata, la pizza, nuotare nel Piave, il sole, i fiori. Inseriti negli elenchi smettono di essere cose trascurabili e divengono dettagli fondamentali.

Fiume Piave in Veneto

Elenchi banali, diranno i cinici, pieni di ipocrisia e di falso buonismo, diranno i saccenti. Ma chiunque abbia ascolto sincero delle parole sa che sono loro a banalizzare, impauriti dalla semplicità quando diviene senso della vita e soprattutto punto fermo di felicità. Perché la ricerca della felicità, che si fa corpo in questi elenchi coincide anche con la necessità di un nuovo inizio, di un nuovo paese, di un nuovo orizzonte. Scrivono i loro decaloghi uomini e donne che non hanno perso la fiducia in se stessi e nei loro simili, ma hanno voglia di allargare lo sguardo e di scoprire. C'è tanta musica, cinema, libri, il gusto di leggerli in spiaggia o sotto le coperte. Le squadre del cuore. C'è spesso la fede in Dio, ma anche l'orgoglio di essere italiani. C'è molta voglia di un paese migliore, molto ricordo vivo di uomini come Falcone e Borsellino, Berlinguer e Pertini. Però è un'Italia che sta anche nel mondo, ricorda Gandhi e Martin Luther King, canta Springsteen e gli U2, ha un pensiero partecipe per il Nordafrica e il Giappone.
Avevo promesso di scegliere cinque elenchi nel mare di quelli che mi hanno mandato: impresa difficile, impossibile. Non ce ne sono, è ovvio, migliori o peggiori.
Alla fine quelli che ho scelto  sono solo cinque esempi di un coro immenso che dà voce a un'Italia diversa, diversissima da come ci viene rappresentata tutti i giorni. Un paese che ha sviluppato una propria bussola, non solo interna: perché la dimensione privata di molti messa insieme può divenire pubblica. È da qui che mi piace pensare l'inizio di una possibile e necessario percorso, un insieme di desideri di felicità che si uniscono. Non il paese incattivito, egoista, in fondo disperato in cui ciascuno bada solo ai fatti propri, dove tutti sono ugualmente sporchi, compromessi, piegati, e quindi tutti uguali nella meschinità. Dove non resta che tacere e far vincere il più furbo. Ma un'Italia integra, pulita, allegra e colma di rispetto in cui possiamo riconoscere la nostra speranza e la nostra forza - a partire dai punti fermi delle nostre vite che nulla riuscirà mai a scardinare.
Elenchi e ancora elenchi. Leggerli mi fa sentire bene, mi fa sentire parte di qualcosa che riconosco. Come se riuscissi a conoscere le vite delle persone che mi hanno scritto (e ringrazio tutti coloro che hanno voluto includermi nei loro elenchi). Come se vedessi una vita in dieci punti, come se tutto il bene e tutto il male - o meglio ogni ricerca del bene e ogni resistenza al male incontrato - recassero la loro traccia in queste poche parole. Elenchi che sommati l'uno all'altro formano un castello di parole e preannunciano la costruzione di un paese per cui vale ancora la pena di vivere.
di ROBERTO SAVIANO (24 marzo 2011)
Glossario:
annodare: v.trans. legare con uno o più nodi. Sin. legare, allacciare.
a crepapelle: così tanto da scoppiare.
profilo: s.m. linea di contorno di qualcosa. Sin. contorno.
saccente: agg. che mette spesso in mostra le sue conoscenze, che crede di sapere tutto. Sin. sapientone, saputello.
decalogo: s.m. l'insieme dei dieci comandamenti dati da Dio a Mosè sul monte Sinai e riportati dalla Bibbia. Sin. regole, norme.
partecipe: agg. che prende parte a qualcosa, che condivide un sentimento, uno stato d’animo. Sin. Coinvolto.
badare: v.intrans. stare attento, aver cura, occuparsi. Sin. curarsi, prendersi cura, fare attenzione; preoccuparsi.
compromesso: n.m. accordo raggiunto con reciproche concessioni; transazione. Sin. accordo.
piegato: agg. coperto di piaghe.
tacere: v. intrans. non parlare, stare in silenzio.
furbo: agg. si dice di persona vivace e attenta che sa approfittare di ogni occasione per avere vantaggi personali, a volte anche a scapito di altri o in modo non corretto. Sin. astuto, sveglio, ingegnoso.
colmare: v.trans. riempire l’anima di un sentimento.
scardinare: v.trans. (fig) demolire.

Ed ecco la lista di Roberto Saviano:


2) Bill Evans che suona “Love Theme” From “Spartacus (ascoltatela qui!).
3) Andare con la persona che più ami sulla tomba di Raffaello Sanzio e leggerle l’iscrizione latina che molti ignorano.


4) Il gol di Maradona del 2-0 contro l’Inghilterra ai Mondiali di Mexico ‘86.




6) Bob Marley che canta Redemption Song (ascoltatela qui!), ascoltato nelle cuffie mentre passeggi libero.


7) Tuffarsi ma nel profondo, dove il mare è mare.
8) Sognare di tornare a casa dopo che sei stato costretto.
9) Fare l’amore in un pomeriggio d’estate. Al Sud.
10) Dopo una giornata in cui hanno raccolto le firme contro di te, accendere il computer e trovare una mail di tuo fratello che dice: “Sono fiero di te”.

Testo tratto e adattato da Repubblica.it

Discussione

Diteci tra quei cinque elenchi scelti da Roberto Saviano quello che, secondo voi, ritenete più significativo. E perché?
Le congiunzioni subordinanti:
Elenchi e ancora elenchi. Leggerli mi fa sentire bene, mi fa sentire parte di qualcosa che riconosco. Come se riuscissi a conoscere le vite delle persone che mi hanno.
La congiunzione è la parte invariabile del discorso che serve a collegare tra loro due elementi di una frase o due frasi, come ad esempio: “Passami l’olio e l’aceto”,Non posso venire perché sono stanco”.
- Tale funzione di collegamento può essere di due tipi:
Coordinante: quando la congiunzione collega due elementi di uguale natura e con uguale funzione logica: ad esempio, due nomi con funzione di soggetto (“Paolo e Laura sono partiti”), due nomi con funzione di oggetto (“Ho visto Paulo e Laura”), due aggettivi (“Paolo è bello ma antipatico”), due pronomi (“Tu e io stiamo bene insieme”), due verbi con lo stesso soggetto (“Paolo ride e scherza con tutti”) o due frasi (“L’ho chiamato e lui ha fatto finta di niente”).
 Le congiunzioni coordinanti possono essere copulative (positive:  e, anche, inoltre, pure o negative: né, neppure, neanche, nemmeno), disgiuntive (o, ovvero, oppure, altrimenti), avversative (ma, tuttavia, invece, anzi, pure), dichiarative (cioè, infatti, difatti, ossia), conclusive (perciò, dunque, pertanto, quindi, sicché) e correlative (e...e, o...o, né...né, così...così).
Subordinante: quando la congiunzione collega due proposizioni stabilendo tra l’una e l’altra un rapporto di dipendenza/subordinazione: ad esempio, “Ho chiamato Paolo perché mi aiutasse”. È evidente che la proposizione “perché mi aiutasse”, detta proposizione dipendente o subordinata o secondaria, non è autonoma né per significato né per struttura sintattica, ma infatti dipende dalla proposizione “Ho chiamato Paolo”, detta proposizione reggente o principale. Come nell’esempio tratto dal testo:
Elenchi e ancora elenchi. Leggerli mi fa sentire bene, mi fa sentire parte di qualcosa che riconosco. Come se vedessi una vita in dieci punti, come se tutto il bene e tutto il male (...) recassero la loro traccia in queste poche parole.
Le proposizioni dipendenti come se vedessi una vita in dieci punti” e come se tutto il bene e tutto il male recassero la loro traccia in queste poche parole” dipendono appunto dalla proposizione reggente/principale “leggerli mi fa sentire parte di qualcosa che riconosco” e si collegano alla principale per mezzo della congiunzione subordinata come se.
Le congiunzioni subordinanti possono essere:

• causali: perché, poiché, siccome, che, giacché: “Non vengo perché non mi sento bene”.
• finali: affinché, che, perché: “Ho telefonato ai miei amici affinché mi aspetassero”.
• temporali: quando, mentre, allora, prima che: “Mentre mi asciugavo i capelli è andata via la luce”.
• dichiarative: che, come: “Credo che venga”.
• consecutive: così...che, tanto...da: “Era così emozionato che non riusciva a parlare”.
• modali: come, così, quasi, comunque: “Mi trattò come se fossi una sciocca”.
• concessive: benché, quantunque, sebbene, nonostante: “Sebbene abbia studiato non ha superato il test”.
• comparative: come, più di, meno di, ecc.: “Le scarpe costavano meno di quanto temessi”.
• interrogative: che, perché, quando, come: “Dimmi perché sei così triste”.
• eccettuative: eccetto che, tranne che, fuorché, salvo che: “Chiedimi tutto fuorché di prestarti la macchina”.
• condizionali: se, purché, qualora: “Qualora avessi tempo comincio a leggere il primo capitolo”.

Attività tratta e adattata dal libro “La grammatica della lingua italiana” di Marcello Sensini e da “Esercitarsi con la grammatica”, livello intermedio B1-B2.