Venezia è uma città particolare, ricca di curiosità da scoprire...
L'etimologia del toponimo è discussa. Si dice mutuato dal principale commercio che caratterizzava quest'area di Venezia oppure dovuto ad un pasticcere del passato che, nel giorno dei morti, proponeva le fave dolci, un tipico dolce veneziano.
La chiesa ha una pianta ovoidale ad una navata ed è caratterizzata dalla presenza di cappelle alle pareti laterali.
Durante la seconda guerra mondiale fu teatro di un tragico episodio contro le forze partigiane da parte dell'esercito tedesco. A seguito della scomparsa di un soldato tedesco (che si scoprì poi essere annegato dopo essere caduto in acqua ubriaco), il comando tedesco decise di fucilare per rappresaglia sette prigionieri politici, detenuti nelle carceri cittadine di Santa Maria Maggiore. La mattina del 3 agosto 1944 i sette furono legati uno all'altro tra i primi due lampioni della Riva, appena ai piedi del Ponte della Veneta Marina e ivi fucilati. Prima dell'esecuzione, le truppe tedesche rastrellarono oltre 500 abitanti del quartiere, ad alta concentrazione di antifascisti, obbligandoli ad assistere alla fucilazione. I cadaveri vennero lasciati esposti per diversi giorni a titolo di monito e sorvegliati a vista dai soldati tedeschi per impedirne la rimozione. Al termine delle ostilità, con la fine del regime fascista e con la costituzione della Repubblica Italiana, in ricordo di tale episodio il Comune di Venezia cambiò il nome della Riva nella sua denominazione attuale.
Per molti anni la Riva venne usata anche come approdo portuale per l'imbarco e sbarco da parte di navi passeggeri e di traghetti. Attualmente invece viene utilizzata per l'approdo temporaneo di mezzi da diporto o turistici di grandi dimensioni.
Corte del Diavolo
Il diavolo fa la sua comparsa sui nizioleti di Venezia con grande merito. La figura del diavolo tentatore fu sempre presente in una Venezia dei contrasti, dove sacro e profano sempre convissero sia nei costumi che nelle istituzioni. La Serenissima osteggiava, ad esempio, la pratica della prostituzione, ma quando dilagò la moda omosessuale importata dall'Oriente, non esitò a riaprire molte case chiuse e ad istigare i cittadini all'eterosessualità (Ponte delle Tette).
Ponte delle Maravegie
La leggenda narra di una famiglia dove vivevano sette sorelle che potevano garaggiare in bellezza tra loro, tutte tranne una la quale era molto brutta. Finchè una notte in cielo comparvero sette stelle, sei luminose ed una un po' più fioca, d'un tratto quest'ultima diventò la più brillante di tutte, e così anche la ragazza diventò la più bella fra le sorelle.
Sotoportego del Casin dei Nobili
Un tempo, come dice la scritta, qui era aperta una sala da gioco aperta solo ai nobili. Tuttavia l'attività del gioco non era la sola e le sale da gioco diventavano luoghi di sfruttamento della prostituzione. Le sale rimasero aperte fino a quando nel XVI sec. il Consiglio dei Dieci impose la chiusura dei "casini dei nobili", ma le sale rimasero ovviamente aperte con buona pace di tutti.
Ricerca http://www.invenicetoday.com/curiosita/
L’isola di San Servolo
(http://www.provincia.venezia.it/ecm/faces/public/guest/)
L’Isola di San Servolo, di proprietà della Provincia di Venezia, è situata nel cuore della laguna di Venezia.
Dalle fonti storiche a disposizione, si evince che fu abitata sin dal VII° secolo.
Il compendio nacque in origine come monastero benedettino, di cui conserva ancora la struttura nella zona di più antico insediamento ed ospitò successivamente religiosi e monache.
A causa dell’insalubrità degli edifici e dell’Isola, le monache dal 1715 si spostarono a Venezia e per l’Isola di San Servolo a partire da questa data, si concluse il periodo monastico.
All’Isola venne allora conferita una destinazione di tipo ospedaliero: inizialmente fu ospedale per le milizie della Repubblica Serenissima fino alla fine del 1700; dal 1797 il comitato di salute pubblica stabilì che San Servolo internasse tutti i malati di mente senza distinzione di classe sociale; dal 1800 per il complesso venne prescelta una destinazione esclusivamente di tipo ospedaliero e manicomiale fino alla sua definitiva chiusura nel 1978, in concomitanza con l’approvazione della legge 180 (Legge Basaglia).
Dalla chiusura dell’Ospedale Psichiatrico la Provincia di Venezia ha attuato una politica di recupero, restauro e riqualificazione complessiva dell’area che copre 50.000 mq.
L’intervento di restauro dopo alterne vicende ha avuto un’accelerazione notevole a partire dal 1995 ed è attualmente in corso.
Regata di voga
Nei primi tempi della Serenissima, nella laguna di Venezia era piuttosto comune l’usanza di divertirsi e passare il tempo libero praticando la voga, con diversi tipi di imbarcazione. Da questa pratica amatoriale nacquero ben presto vere e proprie sfide di velocità e di durata, con modalità e regole sempre più precise. Dato che le imbarcazioni alla partenza venivano allineate e disposte in riga, si può far derivare l'etimologia del termine regata proprio da questa particolare prassi. Un'etimologia diversa prevede invece l’origine del termine dal verbo aurigare (gareggiare), usato a Venezia per le gare in generale. Da Venezia il termine giunse quindi nei vocabolari europei per indicare tutte le competizioni su barche.
REGOLAMENTO DELLE REGATE DI VOGA ALLA VENETA
L'8 febbraio 2010 è stato approvato dal Consiglio Comunale il nuovo regolamento per le regate comunali di voga veneta. Tra le più importanti novità contenute tra i 45 articoli, la possibilità da parte dei regatanti di gestire a piacimento, a scopo pubblicitario, la propria immagine come qualsiasi asso sportivo oltre che applicare, come già permesso da anni, lo sponsor sulla maglietta usata per la gara. Il divieto assoluto di infilarsi tra l'imbarcazione avversaria ed il "paleto" durante il giro di boa ed il prolungamento da due a tre anni dell'iscrizione delle sanzioni nello specifico casellario sono altre due novità di rilievo. Resta il rammarico da parte dei regatanti per il mantenimento della regola della responsabilità oggettiva. E cioè, se un tifoso si comporta in modo non consono elargendo improperi ai giudici durante la regata erigendosi a paladino di un determinato equipaggio, lo stesso verrà sanzionato. Umori negativi serpeggianti tra gli atleti anche a riguardo del diritto di critica da parte degli atleti verso gli arbitri, negato, e, sembrerebbe, la non sanzionabilità dei giudici anche se palesemente in errore. Tutto questo, tra gli altri punti all'ordine del giorno, sarà discusso lunedì 22 marzo 2010 durante l'assemblea dell'associazione regatanti.
(http://remieracasteo.blogspot.com/2010/03/regolamento-delle-regate-di-voga-alla.html)
Chiesa della fava
L'etimologia del toponimo è discussa. Si dice mutuato dal principale commercio che caratterizzava quest'area di Venezia oppure dovuto ad un pasticcere del passato che, nel giorno dei morti, proponeva le fave dolci, un tipico dolce veneziano.
La chiesa ha una pianta ovoidale ad una navata ed è caratterizzata dalla presenza di cappelle alle pareti laterali.
Riva dei setti Martiri
Durante la seconda guerra mondiale fu teatro di un tragico episodio contro le forze partigiane da parte dell'esercito tedesco. A seguito della scomparsa di un soldato tedesco (che si scoprì poi essere annegato dopo essere caduto in acqua ubriaco), il comando tedesco decise di fucilare per rappresaglia sette prigionieri politici, detenuti nelle carceri cittadine di Santa Maria Maggiore. La mattina del 3 agosto 1944 i sette furono legati uno all'altro tra i primi due lampioni della Riva, appena ai piedi del Ponte della Veneta Marina e ivi fucilati. Prima dell'esecuzione, le truppe tedesche rastrellarono oltre 500 abitanti del quartiere, ad alta concentrazione di antifascisti, obbligandoli ad assistere alla fucilazione. I cadaveri vennero lasciati esposti per diversi giorni a titolo di monito e sorvegliati a vista dai soldati tedeschi per impedirne la rimozione. Al termine delle ostilità, con la fine del regime fascista e con la costituzione della Repubblica Italiana, in ricordo di tale episodio il Comune di Venezia cambiò il nome della Riva nella sua denominazione attuale.
Per molti anni la Riva venne usata anche come approdo portuale per l'imbarco e sbarco da parte di navi passeggeri e di traghetti. Attualmente invece viene utilizzata per l'approdo temporaneo di mezzi da diporto o turistici di grandi dimensioni.
Corte del Diavolo
Il diavolo fa la sua comparsa sui nizioleti di Venezia con grande merito. La figura del diavolo tentatore fu sempre presente in una Venezia dei contrasti, dove sacro e profano sempre convissero sia nei costumi che nelle istituzioni. La Serenissima osteggiava, ad esempio, la pratica della prostituzione, ma quando dilagò la moda omosessuale importata dall'Oriente, non esitò a riaprire molte case chiuse e ad istigare i cittadini all'eterosessualità (Ponte delle Tette).
Ponte delle Maravegie
La leggenda narra di una famiglia dove vivevano sette sorelle che potevano garaggiare in bellezza tra loro, tutte tranne una la quale era molto brutta. Finchè una notte in cielo comparvero sette stelle, sei luminose ed una un po' più fioca, d'un tratto quest'ultima diventò la più brillante di tutte, e così anche la ragazza diventò la più bella fra le sorelle.
Sotoportego del Casin dei Nobili
Un tempo, come dice la scritta, qui era aperta una sala da gioco aperta solo ai nobili. Tuttavia l'attività del gioco non era la sola e le sale da gioco diventavano luoghi di sfruttamento della prostituzione. Le sale rimasero aperte fino a quando nel XVI sec. il Consiglio dei Dieci impose la chiusura dei "casini dei nobili", ma le sale rimasero ovviamente aperte con buona pace di tutti.
Ricerca http://www.invenicetoday.com/curiosita/
L’isola di San Servolo
(http://www.provincia.venezia.it/ecm/faces/public/guest/)
L’Isola di San Servolo, di proprietà della Provincia di Venezia, è situata nel cuore della laguna di Venezia.
Dalle fonti storiche a disposizione, si evince che fu abitata sin dal VII° secolo.
Il compendio nacque in origine come monastero benedettino, di cui conserva ancora la struttura nella zona di più antico insediamento ed ospitò successivamente religiosi e monache.
A causa dell’insalubrità degli edifici e dell’Isola, le monache dal 1715 si spostarono a Venezia e per l’Isola di San Servolo a partire da questa data, si concluse il periodo monastico.
All’Isola venne allora conferita una destinazione di tipo ospedaliero: inizialmente fu ospedale per le milizie della Repubblica Serenissima fino alla fine del 1700; dal 1797 il comitato di salute pubblica stabilì che San Servolo internasse tutti i malati di mente senza distinzione di classe sociale; dal 1800 per il complesso venne prescelta una destinazione esclusivamente di tipo ospedaliero e manicomiale fino alla sua definitiva chiusura nel 1978, in concomitanza con l’approvazione della legge 180 (Legge Basaglia).
Dalla chiusura dell’Ospedale Psichiatrico la Provincia di Venezia ha attuato una politica di recupero, restauro e riqualificazione complessiva dell’area che copre 50.000 mq.
L’intervento di restauro dopo alterne vicende ha avuto un’accelerazione notevole a partire dal 1995 ed è attualmente in corso.
Regata di voga
Nei primi tempi della Serenissima, nella laguna di Venezia era piuttosto comune l’usanza di divertirsi e passare il tempo libero praticando la voga, con diversi tipi di imbarcazione. Da questa pratica amatoriale nacquero ben presto vere e proprie sfide di velocità e di durata, con modalità e regole sempre più precise. Dato che le imbarcazioni alla partenza venivano allineate e disposte in riga, si può far derivare l'etimologia del termine regata proprio da questa particolare prassi. Un'etimologia diversa prevede invece l’origine del termine dal verbo aurigare (gareggiare), usato a Venezia per le gare in generale. Da Venezia il termine giunse quindi nei vocabolari europei per indicare tutte le competizioni su barche.
REGOLAMENTO DELLE REGATE DI VOGA ALLA VENETA
L'8 febbraio 2010 è stato approvato dal Consiglio Comunale il nuovo regolamento per le regate comunali di voga veneta. Tra le più importanti novità contenute tra i 45 articoli, la possibilità da parte dei regatanti di gestire a piacimento, a scopo pubblicitario, la propria immagine come qualsiasi asso sportivo oltre che applicare, come già permesso da anni, lo sponsor sulla maglietta usata per la gara. Il divieto assoluto di infilarsi tra l'imbarcazione avversaria ed il "paleto" durante il giro di boa ed il prolungamento da due a tre anni dell'iscrizione delle sanzioni nello specifico casellario sono altre due novità di rilievo. Resta il rammarico da parte dei regatanti per il mantenimento della regola della responsabilità oggettiva. E cioè, se un tifoso si comporta in modo non consono elargendo improperi ai giudici durante la regata erigendosi a paladino di un determinato equipaggio, lo stesso verrà sanzionato. Umori negativi serpeggianti tra gli atleti anche a riguardo del diritto di critica da parte degli atleti verso gli arbitri, negato, e, sembrerebbe, la non sanzionabilità dei giudici anche se palesemente in errore. Tutto questo, tra gli altri punti all'ordine del giorno, sarà discusso lunedì 22 marzo 2010 durante l'assemblea dell'associazione regatanti.
(http://remieracasteo.blogspot.com/2010/03/regolamento-delle-regate-di-voga-alla.html)
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